Per la crisi che travagliava, nella seconda metà del sec. XI, il mondo feudale dell'Italia settentrionale, piccoli vassalli e servi erano indotti ad espatriare per cercare altrove migliore fortuna:
notevoli furono le immigrazioni nella Sicilia, poiché i Normanni, sotto la guida di Ruggero I d'Altavilla, andavano smantellando il dominio arabo nell'isola (1060-1091) e creavano in essa un nuovo assetto politico. Tra gli immigrati era anche Enrico del Vasto, figlio del defunto Manfredo: egli, dopo aver dato aiuto, insieme con suoi conterranei, al conte Ruggero, nelle ultime fasi della guerra contro i musulmani, ricevette da lui due vasti conglomerati feudali, le contee di Butera e di Paternò.
Nel 1089 Ruggero I, vedovo per la seconda volta, sposò A., sorella di Enrico, venuta nell'isola con altre due sorelle, le quali erano in pari tempo destinate dallo stesso Ruggero in mogli rispettivamente a due suoi figliuoli.
Alla conclusione di tali matrimoni non furono estranei moventi di ordine politico: Ruggero I veniva insediando gli immigrati in una zona della Sicilia gravitante intorno all'Etna, zona che stava a cavaliere tra l'area occidentale abitata da Arabi e quella orientale popolata da Greco-Bizantini. Era suo interesse legare alla dinastia e ai conquistatori franco-normanni l'affine elemento italico, in cui primeggiavano i del Vasto, e fare di questi elementi etnici di origine latino-germanica un contrappeso agli altri due elementi, l'arabo e il greco, esistenti nell'isola.
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