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View Full Version : Reinhold Elstner - 25 aprile 1995



microrobert
04-25-2013, 05:33 AM
http://www.youtube.com/watch?v=_i6lYvPcr8U


Per protestare contro il “Niagara di menzogne” sulla storia del popolo tedesco di media, classe politica e magistratura il 25 aprile 1995 alle ore 20 il pensionato Reinhold Elstner si diede fuoco sui gradini della Feldherrenhalle di Monaco di Baviera. Settantacinque anni, laureato in ingegneria, soldato sul fronte dell’est durante la seconda guerra mondiale, dopo la perdita della conoscenza la sua agonia durerà dodici ore. Aveva lasciato un appello al popolo tedesco in cui riponeva le sue speranze. La commemorazione di Reinhold Elstner sarà proibita nella Repubblica Federale Tedesca. La deposizione di corone o mazzi di fiori nel luogo del sacrificio verrà vietata dalla polizia con la patetica scusa che le manifestazioni alla Feldherrenhalle o ad Odeonplatz possono evocare un preciso periodo storico da rimuovere e condannare (vedi qui (http://www.d-direkt-deutschland.de/els.htm)). Le corone ed i fiori già deposti saranno gettati nei rifiuti per ordine delle autorità. La “giustizia” tedesca, cioè quella dei vincitori, marchierà come Volksverhetzung (reato di “sobillazione del popolo”) la lettera di Reinhold Elstner e ne proibirà la diffusione.

In ricordo di Reinhold Elstner | Harm Wulf (http://www.centrostudilaruna.it/reinholdelstner.html)


L’ultima lettera di Reinhold Elstner (1)

Reinhold Elstner
Reichenhaller Str. 7/604
81547 München
Tel. 62 50 66 04

Tedeschi!

In Germania, in Austria, in Svizzera e in tutto il resto del mondo nel mondo: per favore risvegliatevi!

50 anni di interminabile diffamazione, turpi menzogne e la demonizzazione di un intero popolo sono abbastanza;

50 anni di ingiurie mostruose rivolte ai soldati tedeschi e di degenerata complicità all’odio “democratico”, un ricatto permanente che costa miliardi, sono più di quanto si possa sopportare;

50 anni di vendetta giudiziaria sionista sono sufficienti;

50 anni a cercare di creare spaccature fra generazioni di tedeschi, criminalizzando i padri ed i nonni, sono troppi.

E’ incredibile ciò che dobbiamo sopportare in questo “anno del giubileo”. Ci inonda un diluvio di menzogne e di calunnie simile alle cascate del Niagara.

Dato che ho già 75 anni, io non posso più fare molto ma posso ancora cercare la morte immolandomi; un’ultima azione che può fungere da segnale per i tedeschi a recuperare le proprie facoltà mentali.

Se, attraverso questo mio atto, anche un solo tedesco si ridesterà, ed a causa di esso ritroverà la strada della verità, allora il mio sacrificio non sarà stato vano.

Ho sentito di non aver altra scelta dopo essermi reso conto che oggi, dopo 50 anni, pare mostrarsi una tenue speranza che la ragione prenda il sopravvento.

Come tutti i profughi, dopo la guerra io ho sempre avuto una speranza, e cioè che quanto è stato concesso agli israeliani dopo 2000 anni, ovvero il diritto di tornare “in patria”, anche ai tedeschi espulsi sarebbe stato accordato di tornare “a casa nel Reich”. Che è successo alla promessa di auto-determinazione che fu promulgata nel 1919 (2), quando milioni di tedeschi furono costretti a vivere sotto un governo straniero?

Ancora oggi sosteniamo questi fardelli, ma siamo NOI i colpevoli di tutte le malvagità!

Io sono un tedesco dei Sudeti. Avevo una nonna Ceca e da questo lato anche dei parenti Cechi ed Ebrei, alcuni dei quali sono stati detenuti nei campi di concentramento di Buchenwald (3), Dora (Nordhausen) e Theresienstadt. Non ho fatto parte né della NSDAP né di qualsiasi altro organismo Nazionalsocialista più innocente. Abbiamo sempre avuto i migliori rapporti coi nostri parenti non tedeschi e, se necessario, ci siamo aiutati a vicenda. Durante la guerra il nostro negozio, alimentari e panificio, era responsabile dell’assistenza (4) ai prigionieri di guerra francesi ed agli Ostarbeiter (5) che vivevano in città. Tutti furono trattati lealmente e ciò fece si che alla fine della guerra il nostro negozio non venisse saccheggiato perché i prigionieri di guerra francesi lo difesero finché non furono rimpatriati. I nostri parenti che erano stati prigionieri nei campi di concentramento erano già a casa il 10 maggio del 1945 (due giorni dopo la cessazione delle ostilità), ed offrirono il loro aiuto. Di particolare efficacia fu uno zio ebreo praghese che aveva assistito all’orribile bagno di sangue causato dai partigiani cechi fra i tedeschi rimasti nella capitale Ceca. Nei suoi occhi si poteva ancora vedere l’orrore di quegli assassini a sangue freddo, un orrore tale che, ovviamente, lui, ex-prigioniero del Reich non aveva mai sperimentato durante la propria carcerazione.

Sono stato un soldato della Wehrmacht del Grande Reich tedesco ed ho combattuto, dal primo giorno, sul fronte dell’Est; poi laggiù ho trascorso alcuni anni come prigioniero (6).

Ricordo bene la Kristallnacht del 1938 perché quel giorno incontrai vicino alla sinagoga una ragazza ebrea in lacrime, una ragazza con cui avevo studiato. Ma fui ben più sconvolto quando, in Russia, vidi come tutte le chiese erano state profanate, usate come stalle; vi ho visto i maiali grugnire, le pecore belare, i macchinari strepitare; ma il culmine fu vederle profanate come musei dell’ateismo. E tutto ciò accadeva con l’attiva collaborazione degli ebrei, questa esigua minoranza della popolazione, stretti collaboratori di Stalin, per primi la cricca Kaganovich (7), sette fratelli e sorelle, assassini di massa tali che i presunti killer della SS al confronto si possono definire innocenti.

Dopo il “ritorno a casa” dalla prigionia (che beffa per un profugo! (8)), sono venuto a conoscenza degli avvenimenti nei campi di concentramento tedeschi ma, all’inizio, niente sulle camere a gas né sulle gasazioni.
Al contrario, mi fu riferito che nei campi di Theresienstadt (9) e Buchenwald (Dora) (10) c’erano perfino dei bordelli per i prigionieri.

Quante menzogne ci hanno detto da allora!

Poi, in occasione dei “Processi di Auschwitz (11)”, e non solo a quelli di Norimberga, Herr Broszat dell’Istituto di Storia Contemporanea (12) dichiarò che la cifra dei famosi “sei milioni” era solo un numero simbolico (http://www.centrostudilaruna.it/simboli.html) e che non c’erano prove di uccisioni di massa entro le frontiere del Reich, anche con mezzi diversi dal gas; nonostante che per anni siano state mostrate ai visitatori le mai esistite camere a gas di Buchenwald, Dachau, Mauthausen (13) e così via. Bugie, nient’altro che bugie, fino ad oggi!

Ogni cosa mi divenne molto chiara dopo aver letto decine di libri scritti da ebrei e da cosiddetti anti-fascisti. Inoltre, fui in grado di attingere alla mia personale esperienza in Russia. Avevo vissuto per due anni nella città ospedale (14) di Porchow, dove già nel primo inverno, a causa dei pidocchi, era insorto il pericolo di un’epidemia di tifo petecchiale, e tutti gli ospedali e gli alloggiamenti della truppa furono disinfestati con quello che è diventato il “K.Z. Gas” (gas da campo di concentramento), vale a dire lo “Zyklon-B”. Qui ho imparato a conoscere le misure precauzionali più severe (15), sebbene non facessi parte delle squadre addette al trattamento con gas degli edifici, tanto che devo bollare come favole TUTTI i libri letti finora che contengono affermazioni sulle uccisioni col gas nel Reich.

Questo probabilmente è anche il motivo per cui tutti i rapporti sui campi di concentramento (16), dopo il 1945, sono “riconosciuti dai tribunali” e non hanno bisogno d’essere provati. Ma anche qui le bugie hanno le gambe corte. Sorprende comunque che, dopo che sono sparite le camere a gas nei campi del Reich, nessuno ha notato come siano spariti anche quelli che non sono più stati gasati.

Nel 1988 la televisione tedesca (17) presentò una trasmissione su Baby Yar (18), in cui si affermava come qui la SS avesse (naturalmente) ucciso 36.000 ebrei lapidandoli. Nel 1991 una certa dottoressa Kayser scrisse una relazione per la rivista “TZ” di Monaco dichiarando che quegli ebrei erano stati uccisi con armi da fuoco, e che i loro corpi erano stati in seguito bruciati nel profondo crepaccio. Alla richiesta di maggiori dettagli (19), la dottoressa Kayser ha rimandato ad una libreria di Costanza che le ha venduto il libro Shoah von Baby Yar. Il giorno in cui quel libro giunse a casa mia, la TV tedesca trasmise un rapporto da Kiev che raccontava delle scoperte di una commissione ucraina: a Baby Yar erano stati rinvenuti i resti di circa 80.000 esseri umani assassinati, tutti uccisi per ordine di Stalin (20) I Tedeschi non ne erano affatto responsabili. Ma ovunque nel mondo si possono ancora trovare monumenti a Baby Yar (21) che incolpano i tedeschi per quegli omicidi (22).

A causa di quanto dichiarato da Herr Broszat, e cioè che siamo stati ingannati sugli avvenimenti relativi ad una dozzina di campi di concentramento situati all’interno del Reich, non credo più neppure alle leggende e alle favole su quanto sarebbe accaduto nei campi della Polonia. E non credo neppure alle accuse post-belliche che dipingono noi tedeschi come una Nazione particolarmente aggressiva. Dopo tutto, fu la Germania che mantenne la pace dal 1871 al 1914, mentre l’Inghilterra e la Francia, le principali democrazie, conquistarono la maggior parte dell’Africa ed estesero le proprie colonie in Asia. Nello stesso periodo gli U.S.A. combatterono contro la Spagna e il Messico, e la Russia guerreggiò contro Turchia e Giappone. Su tali questioni io ritengo il governo degli Stati Uniti particolarmente cinico poiché questo paese per ben due volte si è avventato contro di noi per farci “maturare” verso la democrazia. E questo è il governo la cui nazione ha sradicato gli abitanti originari, ed ancor oggi tratta la propria popolazione nera come cittadini di seconda classe.

Nella mia vita ho incontrato ebrei gentili e servizievoli non solo fra i miei parenti ma anche fra i prigionieri di guerra in Russia. A Gorki una professoressa ebrea mi aiutò a ristabilirmi quando mi ammalai di pleurite ed ebbi problemi agli occhi. Ma ho sentito anche cose molto brutte su questa piccola minoranza (23). Non fu proprio Churchill a scrivere sul London Sunday Herald dell’8 febbraio 1920 (24) quanto segue?

“Dai giorni di Spartakus-Weishaupt (25) fino a Marx, Trotzky, Bela Khun, Rosa Luxembourg e Emma Goldmann (26), esiste una cospirazione mondiale occupata a distruggere la nostra civiltà e a ricostruire la società sulla base di uno sviluppo frenato da una invidia malevola e da un impossibile sogno di eguaglianza per tutti… Quella è stata la fonte dell’opera di sobillazione del 19° secolo. Ed ora questa banda di persone fuori dal comune, uscite dai bassifondi (27) delle più grandi città d’Europa e d’America è infine riuscita ad afferrare il popolo russo e, in effetti, a divenire gli indiscussi dominatori di questo regno enorme. Non è necessario sopravvalutare il ruolo che questi Giudei internazionali e per la maggior parte senza Dio hanno giocato… nella nascita del Bolscevismo”.

Probabilmente si potrà ancora citare un vincitore del Karlspreis (28).Nel XVIII secolo, Samuel Johnson (29) ha scritto: “Non so cosa dovremmo temere di più, se delle strade piene di soldati abituati al saccheggio, o stanze piene di scribacchini abituati a mentire”.

Considerando la nostra esperienza dopo il 1918 e dopo il 1945, noi tedeschi dovremmo sapere cosa temere di più!

Monaco, 25 aprile 1995

Reinhold Elstner


Festen Mut in schweren Leiden,
Hilfe, wo die Unschuld weint,
Ewigkeit geschworenen Eiden,
Wahrheit gegen Freund und Feind,
Männerstolz vor Königsthronen.
Brüder, gält es Gut und Blut:
Dem Verdienste seine Kronen,
Untergang der Lügenbrut!

Friedrich von Schiller
Lügenbrut Ignatz Bubis (29) und Genossen

Fermo coraggio nella pesante sofferenza
Aiuto, dove l’innocente piange,
Eternità del giuramento prestato,
Verità di fronte ad amico e nemico,
orgoglio dell’uomo prima dei troni dei re.
Fratelli, valgono il Bene ed il Sangue:
chi merita la sua corona,
la disfatta della genia dei mentitori!

Friedrich von Schiller Ignatz Bubis (30) genia dei mentitori ed i suoi confratelli