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Thread: Revisionismo: sul fronte della repressione

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    Default Revisionismo: sul fronte della repressione

    Revisionismo: sul fronte della repressione

    3 maggio 2018

    Ricevo e traduco il seguente comunicato di Bocage:


    Editore e pubblicista revisionista impegnato da lunga data nella causa del revisionismo storico, il fiammingo Siegfried Verbeke è stato condannato in primo grado a sei mesi di prigione e ad un’ammenda di 8.000 euro da un tribunale di Malines (Belgio). Siegfried Verbeke ha dichiarato che farà appello contro questo giudizio concentrando la sua difesa sulle falle della legge antirevisionista belga.


    Il libraio spagnolo Pedro Varela, che ha già passato quasi 15 mesi in prigione (dal 12 dicembre 2010 all’8 marzo 2012), è stato condannato il 7 aprile 2017 per aver pubblicato e diffuso una versione spagnola del Mein Kampf. In seguito a questa condanna, Pedro Varela sconta una pena di prigione senza condizionale dal 3 aprile scorso, della durata di 3 mesi. Ecco il suo indirizzo:


    Pedro Varela

    Centro Penitenciario

    La Roca-Quatre Camins

    Carretera de Masnou a Granollers

    E-08430 La Roca del Vallès (Barcelona)

    Spagna


    Dopo il suo sfortunato tentativo di ottenere asilo politico in Ungheria, l’avvocato revisionista Horst Mahler è sempre incarcerato nella prigione di Brandeburgo. Sembrerebbe che le autorità abbiano l’intenzione di procedere a nuovi capi d’imputazione contro di lui. I germanofoni potranno tenersi informati della situazione su un sito a lui dedicato:

    https://wir-sind-horst.com/


    Ursula Haverbeck è stata condannata a un totale di due anni di prigione per le sue prese di posizione iconoclaste. All’età di 89 anni, ella si difende come un leone e, per ora, sembra che si esiga da lei solo del denaro … Peraltro, Ursula Haverbeck si è presentata candidata alle elezioni del Parlamento europeo sotto il vessillo della Die Rechte (La Destra). È dedicato a lei il seguente sito internet:

    http://ursula-haverbeck.info/


    Incarcerata dal 3 gennaio 2018, la germano-canadese Monika Schaefer è sempre in prigione a Monaco. Un giudice le aveva lasciato intendere che sarebbe stata presto liberata. Di conseguenza, Monika Schaefer si è liberata di tutto quello che aveva potuto acquistare alla mensa della prigione per migliorare il proprio rancio, ma il procuratore le ha detto: «No, spiacente, voi non uscirete!». Malgrado tutto, Monika Schaefer non si perde d’animo grazie alle numerose lettere di sostegno che riceve. Ecco il suo indirizzo:


    Monika Schaefer

    Schwarzenbergstrasse 14

    D-81549 München

    Germania


    https://www.andreacarancini.it/2018/...a-repressione/
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    Vincent Reynouard: Je suis ingénieur chimiste et historien révisionniste français. J’expose de la façon la plus pédagogique possible les arguments révisionnistes. Je propose, j’expose, je n’impose rien. Chacun doit (ou devrait) être libre de se faire une opinion sur le sujet. .


  2. #2
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    Di nuovo incarcerato Gerd Ittner

    Sul fronte della repressione

    Altro combattente coraggioso e indomabile per la verità e la libertà di espressione, Gerd Ittner merita il nostro sostegno.

    Sabato 12 maggio 2018, giorno del suo sessantesimo compleanno, Gerd Ittner è stato arrestato a Bretzenheim.

    Dapprima detenuto nel reparto di medicina del Centro di detenzione Rohrbach a Wöllstein, è incarcerato dal 15 maggio nella prigione centrale di Norimberga (JVA). Le informazioni sul suo stato di salute sono state censurate.

    Come Ursula Haverbeck, Horst Mahler, Monika Schaefer e suo fratello Alfred, Arnold Höfs, Wolfgang Fröhlich e molti altri, Gerd Ittner è vittima di uno stato «tedesco» anti-tedesco. Per proteggere qualche profittatore fanatico dell’Olocausto, questo regime fondato sulla menzogna istituzionalizzata deve reprimere tutti quelli che denunciano tali abusi al fine di ridurli al silenzio.

    Di conseguenza, essi sono accusati di rappresentare una «minaccia per la pace pubblica» — un classico dell’accusa diffamatoria in uso negli Stati totalitari – giudicati e condannati nel corso di una procedura di eccezione che censura fin dall’inizio ogni difesa fondata su dei «fatti nuovi», ossia i risultati dei lavori scientifici realizzati dai ricercatori revisionisti. Durante il suo processo, l’avvocato di Gerd Ittner è stato riconosciuto colpevole di dichiarazioni sconvenienti durante l’udienza e condannato ad un’ammenda di 2250 euro.

    L’11 febbraio 2017, Gerd Ittner aveva partecipato ad una conferenza durante un raduno in occasione dell’anniversario dei bombardamenti di Dresda del 1945, dove aveva di nuovo rimesso in discussione l’Olocausto.

    Gerd Ittner ha bisogno urgente di francobolli per la sua corrispondenza, da inviare al seguente indirizzo:

    Gerd Ittner
    JVA Nürnberg
    Mannertstrasse 6
    D-90429 Nürnberg
    Germania


    https://www.andreacarancini.it/2018/...o-gerd-ittner/
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    "Auschwitz? Un parco a tema". Condannata per antisemitismo la blogger Chabloz

    Nel suo canale Youtube canzoni contro gli ebrei e derisioni su Anna Frank

    Non si tratta di satira ma di antisemitismo: è la motivazione che ha portato il giudice John Zani della Westminster Magistrates Court a condannare per ingiuria Alison Chabloz, blogger inglese di 54 anni. La donna è stata riconosciuta colpevole di aver diffuso materiale "grossolanamente offensivo" e antisemita: i suoi stornelli, divenuti virali tramite il canale Youtube, sono secondo il tribunale oltraggiosi verso gli ebrei e con allusioni a interrogativi negazionisti sulla Shoah.

    Il giudice l'ha condannata in particolare per i contenuti di tre canzonette, rigettando la tesi difensiva della libertà di satira.

    Secondo Chabloz invece anche diversi fan ebrei avrebbero interpretato quei testi come ironici, sebbene caustici, e divertendosi. "Non si tratta di satira, ma di insulti" e di messaggi che sembrano voler distorcere la storia, ha tuttavia ribattuto il magistrato nella lettura della sentenza, dandole torto su tutta la linea mentre alcune decine di sostenitori della blogger-musicista presenti in aula gridavano "vergogna". Uno dei versi dei brani incriminati si chiede se i racconti sull'Olocausto non siano alla fine "un cumulo di bugie".

    http://www.globalist.it/world/artico...z-2024931.html
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  5. #5
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    In qualche libro di -storia- mi sembra di aver letto che mai nessun prigioniero ( forse uno solo..ma esiste solo la sua testimonianza ) è uscito VIVO dal campo di sterminio di Auschwitz ( da non confonderlo con il campo di concentramento ).
    Durante la ritirata dei tedeschi incalzati dai Russi... la Wehrmacht non lasciò anima viva nel campo di sterminio di Auschwitz..
    Tutti morti.. distrutto tutto... raso al suolo tutto. ..
    Le testimonianze allora si basano su altro.

  6. #6
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    Negata la liberazione anticipata alla prigioniera politica tedesca Ursula Haverbeck

    14 Dicembre 2019

    NEGATA LA LIBERAZIONE ANTICIPATA ALLA PRIGIONIERA POLITICA TEDESCA URSULA HAVERBECK[1]

    Sebbene di solito i prigionieri vengano rilasciati dopo aver scontato due terzi della loro pena, il tribunale decide di non liberare la scettica dell’Olocausto Ursula Haverbeck.

    Un tribunale tedesco ha deciso mercoledì che una famosa signora nazionalsocialista novantunenne che sta scontando una pena di due anni per “negazione dell’Olocausto” non debba essere rilasciata prima del termine pena.

    Ursula Haverbeck è stata condannata per “istigazione” da un tribunale della città di Verden nel 2017 e ha iniziato a scontare la sua condanna l’anno scorso.

    Haverbeck ha ripetutamente asserito che Auschwitz era solo un campo di lavoro. Ella è stata condannata diverse volte ma per molto tempo ha evitato il carcere a causa dei lungi appelli. Il tribunale più alto della Germania ha respinto il suo ricorso contro la condanna di Verden.

    In Germania di solito le persone vengono rilasciate dopo aver scontato due terzi della pena. Ma l’agenzia di notizie dpa ha riferito che il tribunale statale di Bielefeld, dove lei è in prigione, ha detto mercoledì che ha deciso di non rilasciare Haverbeck in gennaio. Non sono state fornite ragioni per la decisione.

    La pena di Haverbeck dovrebbe finire il prossimo mese di novembre.

    In precedenza ella era stata condannata al carcere in diverse occasioni per aver negato l’Olocausto, una volta dopo aver dichiarato in televisione che “l’Olocausto è la menzogna più grane e più persistente della storia”.

    La “negazione dell’Olocausto” e altre forme di “istigazione all’odio contro segmenti della popolazione” sono passibili di una pena che può arrivare a cinque anni di prigione, mentre l’uso di simboli nazionalsocialisti come la svastica è parimenti proibito.


    [1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: https://dailyarchives.org/index.php/...prison-release

    https://www.andreacarancini.it/2019/...ula-haverbeck/
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    Ursula Haverbeck dovrà tornare in prigione

    8 Dicembre 2020

    A distanza di un solo mese dalla sua uscita dal carcere, la revisionista dell’Olocausto Ursula Haverbeck è stata di nuovo condannata ad una pena senza condizionale. Il tribunale del distretto (AG) di Berlino-Tiegarten ha inflitto venerdì una pena a un anno di prigione alla militante novantaduenne originaria della Renania del Nord-Vestfalia. Il giudice presidente ha giustificato il verdetto con la motivazione che ella si è resa di nuovo colpevole di sedizione. “Le vostre dichiarazioni sono semplicemente insopportabili: un affronto per le vittime, le vostre dichiarazioni in un video sono suscettibili di turbare la pace pubblica”.

    L’accusata ha negato l’Olocausto in un’intervista pubblicata su Internet nel marzo 2018, secondo il verdetto. Secondo l’atto di accusa, un estremista di destra presumibilmente di Berlino aveva diffuso l’intervista sul suo canale Youtube. Secondo l’accusa, non vi è stato “un profondo malinteso”, come aveva sostenuto l’avvocato difensore, bensì “la diffusione delle idee nazionalsocialiste”. Ursula Haverbeck non si è presentata in tribunale il secondo giorno del processo. Ella aveva già respinto le accuse il primo giorno. Ella non sapeva che la sua intervista sarebbe stata resa pubblica, ha dichiarato la novantaduenne. Ha detto che le accuse erano “fuori contesto” e che altri dettagli “sono sbagliati”.

    Nel prendere la sua decisione, il tribunale ha seguito le indicazioni della Procura, che aveva proposto un anno e tre mesi di prigione. Malgrado la sua età avanzata, una pena di prigione senza condizionale si impone, ha dichiarato il procuratore, poiché è prevedibile che si ripetano “reati analoghi”. L’avvocato della difesa aveva perorato l’assoluzione. Haverbeck non dovrebbe “essere dissuasa dalle sue false idee con l’imprigionamento”, ha dichiarato l’avvocato. La sua cliente ha ancora “dieci procedimenti in sospeso”. Ursula Haverbeck presenterà appello.

    Haverbeck ha più volte affermato, nel corso degli anni, che il campo di concentramento di Auschwitz non era un campo di sterminio e che i massacri non hanno avuto luogo.

    Ursula Haverbeck era stata liberata dalla prigione di Bielefeld all’inizio del mese di novembre. Ella ha scontato in totale due anni e mezzo di prigione dal maggio 2018. Nel 2004, ella era stata riconosciuta colpevole di sedizione ed era stata multata. Più recentemente, sono arrivate delle condanne senza condizionale che sono state confermate dalla Corte costituzionale federale.

    Due procedimenti che sono stati ultimati con delle pene di prigione per Haverbeck in primo grado sono in corso di appello. Si tratta di una pena di dieci mesi di prigione, che è stata inflitta a Haverbeck ad Amburgo, e di un’altra pena di sei mesi di prigione, inflitta a Berlino nell’ottobre 2017.

    https://www.andreacarancini.it/2020/...e-in-prigione/
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    Il martirio di Ursula Haverbeck


    9 Dicembre 2020

    GERMANIA: LA DISSIDENTE POLITICA URSULA HAVERBECK RIMANDATA IN PRIGIONE; POTREBBE DIVENTARE LA DETENUTA PIÙ VECCHIA DEL MONDO

    Di Eric Striker, 5 dicembre 2020

    Solo poche settimane dopo aver scontato una condanna al carcere di due anni e mezzo per “negazionismo dell’Olocausto”, la novantaduenne Ursula Haverbeck è stata nuovamente condannata dai tribunali tedeschi, questa volta per un’intervista che ella diede nel 2018 esprimendo l’opinione che gli ebrei non venivano sistematicamente uccisi durante la seconda guerra mondiale e che le camere a gas di Auschwitz sono una menzogna politicamente motivata.

    Se la sentenza di un anno [di prigione] da parte della corte federale nell’ultimo caso di Haverbeck verrà confermata, la Germania avrà lo sgradito primato di imprigionare la detenuta più vecchia del mondo, un titolo che in precedenza era stato conseguito dall’americana Lucille Keppen, che venne incarcerata per aver sparato al proprio vicino e che venne rilasciata all’età di 93 anni.

    Il governo tedesco trascina in tribunale Haverbeck da decenni per aver ella contestato le affermazioni ebraiche sulle camere a gas e sugli stermini sistematici. Come tutti sanno Haverbeck ha protestato contro i tribunali fantoccio che umiliano e diffamano gli anziani veterani di guerra utilizzando le false testimonianze di “sopravvissuti”.

    A partire dal 1945, numerosi ufficiali di alto rango del Terzo Reich, soldati e lavoratori dei campi di concentramento hanno contestato la narrazione dell’Olocausto, inclusi l’ufficiale della Wehrmacht Otto Ernst Remer, il lavoratore di Auschwitz Thies Christophersen, Erich Priebke, Leon Degrelle, e il soldato delle SS Karl Muenter, quest’ultimo morto all’età di 96 anni prima che iniziasse il suo processo per “negazionismo dell’Olocausto”.

    Il defunto marito di Haverbeck, Werner Georg Haverbeck, fu un influente membro del partito nazionalsocialista e parimenti contestò l’accusa del sangue contro il popolo tedesco conosciuta come die Auschwitz luge (la menzogna di Auschwitz).

    Il sistema penale tedesco è stato spietato con Haverbeck. Alla nonagenaria, che è una prigioniera di coscienza, è stata negata la scarcerazione dopo che ella aveva scontato i 2/3 della propria sentenza, una scarcerazione che è di prammatica in Germania. Mentre lo Stato aveva in precedenza liberato 1.000 detenuti a causa del COVID lo scorso marzo, Haverbeck è stata rilasciata solo alla metà di novembre.

    Non vi è segno di vergogna o di preoccupazione per i diritti umani nel paese: il giudice dell’ultimo caso ha sottolineato che Haverbeck continuerà a essere punita fino a quando ella imparerà a tenere la bocca chiusa. Si può solo immaginare le proteste che giungerebbero da parte delle organizzazioni non governative se l’Iran, la Cina o la Russia imprigionassero una donna anziana per aver contestato la linea del governo.

    Il potente spirito di Haverbeck è diventato una fonte di ispirazione per i patrioti in Germania e nel mondo. Nel 2019, ella si è candidata alle elezioni per il parlamento europeo mentre stava dietro le sbarre e ha ricevuto 25.000 voti, un fatto altamente sgradito per l’establishment mediatico europeo. Ogni anno, nel giorno del suo compleanno, centinaia di tedeschi si sono radunati all’esterno del carcere dove ella era detenuta chiedendo la sua scarcerazione.

    Intellettuali e attivisti in Europa, nelle Americhe e in Giappone hanno espresso sconcerto a causa dei maltrattamenti che le vengono inflitti e della mancanza di libertà in una nazione che sostiene di essere una “democrazia”. Nel carcere di Bielefeld, dove Haverbeck è stata detenuta, i funzionari della prigione hanno avuto un bel daffare nel passare al vaglio la quantità di lettere e di fiori che la loro famosa prigioniera ha ricevuto durante la detenzione.

    Per ciò che concerne la più vecchia detenuta della Germania, è chiaro che ella non si piegherà di fronte al furore dei gruppi ebraici che dirigono i burocrati carrieristi. Se lo stato tedesco è interessato alla propria reputazione dovrebbe smettere di tormentare Haverbeck, tuttavia il religioso timore dell’Occidente nei confronti di un dibattito su ciò che è accaduto durante la seconda guerra mondiale continua a essere prioritario rispetto ad ogni altra preoccupazione.

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    Spagna: la Procura di Barcellona chiede 12 anni di prigione contro Pedro Varela

    18 Febbraio 2022

    BOCAGE INFO

    SPAGNA: LA PROCURA CHIEDE 12 ANNI DI PRIGIONE CONTRO PEDRO VARELA E LA CHIUSURA DEFINITIVA DELLA LIBRERIA EUROPA

    Il procuratore ha chiesto 12 anni di prigione contro il neonazista storico Pedro Varela per aver glorificato, giustificato e negato l’Olocausto e per dei crimini di istigazione all’odio contro gli ebrei, gli immigrati i musulmani e gli omosessuali, tra l’altro, come pure la chiusura definitiva della Libreria Europa di Barcellona.

    La Procura provinciale di Barcellona per i crimini di odio e di discriminazione chiede nel suo atto d’accusa questa condanna di Varela, già condannato nel 2010 per dei fatti analoghi, per aver continuato a diffondere e a distribuire tra il 2006 e il 2016 dei contenuti “massicci e indiscriminati” basati “sulla cultura dell’odio suprematista”.

    Nel suo atto di accusa, la Procura mette egualmente in causa cinque altre persone, membri della direzione dell’Associazione Culturale EO da cui dipende la Libreria Europa, per i quali ha richiesto una pena di otto anni di prigione per aver promosso e diffuso questa ideologia che nutre “l’odio e la discriminazione”.

    Secondo la Procura, tutti fanno parte di un “quadro organizzativo perfettamente strutturato” chiamato l’Associazione culturale EO, di cui Varela è “l’ideologo” e il “principale responsabile di tutta la sua struttura commerciale e della diffusione del nazionalsocialismo”, tramite la Libreria Europa o a partire dalla sua sede virtuale.

    Questa associazione, sostiene il Pubblico Ministero, aveva per obbiettivo di diffondere “massicciamente e senza discernimento” una “linea di pensiero fondata sulla cultura dell’odio e dell’ostilità suprematista e della segregazione razziale contro quelle che essa considera come delle razze inferiori”.

    Tra queste “razze inferiori” gli imputati annoverano in particolare le persone di ascendenza africana, gli asiatici, i musulmani, gli ebrei e gli omosessuali, poiché essi “esaltano la purezza della razza bianca” e affermano che “l’integrazione razziale è il genocidio della razza bianca mediante mescolanza”, indica la Procura.

    Il Pubblico Ministero sottolinea che gli imputati hanno diffuso dei testi dal “linguaggio non solamente di carattere discriminatorio, ma soprattutto umiliante per delle ragioni di colore della pelle, di origine, di religione, di ideologia o di orientamento sessuale per sostenere le loro tesi discriminatorie particolarmente razziste e antisemite”.

    Inoltre, afferma la Procura, gli imputati “vantano, lodano e giustificano” i “crimini atroci” del Terzo Reich, ossia negano l’Olocausto, con una “fissazione particolare sul popolo ebreo, che è denigrato con delle espressioni di natura offensiva e umiliante allo scopo di creare un sentimento di odio, di ostilità, di animosità e di violenza” nei suoi confronti.

    Per il Procuratore, la Libreria Europa è il “centro nevralgico” dell’attività dell’associazione, e tramite essa, gli “accusati hanno venduto e diffuso” l’ideologia nazionalsocialista in Spagna e in altri paesi del mondo, con l’ausilio di media quali libri o DVD.

    Inoltre, secondo la memoria presentata dal procuratore, gli accusati hanno organizzato tra il 2006 e il 2016 fino a 260 conferenze che hanno diffuso delle ideologie “fasciste, razziste, antisemite, omofobe e negazioniste”.

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