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GiCa
Le citazioni tratte dai libri sono queste:
Tutti ci hanno in sospetto; perché siamo tra i pochi ad essere sinceri e a capire di che pasta sei fatto.. e Sappiamo che sei fatto male come tutti gli esseri umani.
Dal modo di guardare dei toscani, si direbbe che non sono mai testimoni soltanto: ma giudici. Ti guardano non per guardarti, come fanno gli altri italiani, ma per giudicarti: e quanto pesi, quanto costi, e che vali, e che pensi, e che vuoi. E tale è il loro modo di guardarti, che a un certo punto ti accorgi che vali ben poco, o niente. Da questo, e non da altro, nascono l’inquietudine e il sospetto che in tutti i popoli, italiani e stranieri, suscita la sola vista di un toscano”.
Imparate dai toscani a stimare un onore il male che dicon di voi. E tutti dicon male di noi toscani, e non ci vogliono, e ci tengono a bada, sol perché siamo, e a ragione, crudeli e faziosi, cinici e ironici… Nessuno ci vuol bene (e a dirla fra noi non ce ne importa nulla)”.
Se è vero che nessuno ci disprezza (non essendo ancora nato, e forse non nascerà mai, l'uomo che possa disprezzare i toscani), è pur vero che tutti ci hanno in sospetto.
perché, dove e quando gli altri piangono, noi ridiamo, e dove gli altri ridono, noi stiamo a guardarli ridere, senza batter ciglio, in silenzio: finché il riso gela sulle loro labbra.
Di fronte a un toscano, tutti si sentono a disagio. Un brivido scende nelle loro ossa, freddo e sottile come un ago. Tutti si guardano intorno inquieti e sospettosi. Un toscano apre la porta ed entra? Un silenzio impacciato lo accoglie, una muta inquietudine s’insinua, là dove prima regnavano l’allegria e la confidenza. Basta l’apparizione di un toscano, perché una festa, un ballo, un pranzo nuziale, si mutino in una triste, tacita, fredda cerimonia. Un funerale al quale prenda parte un toscano, diventa un rito ironico: i fiori si mettono a puzzare, le lacrime seccano sulle gote, le gramaglie cambian colore, perfino il cordoglio dei parenti del morto sa di beffa. Basta che fra il pubblico ci sia un toscano col suo risolino in bocca, e subito l’oratore si turba, la parola gli si sgonfia sulle labbra, il gesto gli si ghiaccia a mezz’aria.
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