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E l'Onu? Tace. E la Ue? Anch'essa. Porcherie militari illegali con l'avallo della "maestra"
Fanno le porcherie e hanno la faccia come il didietro di lanciare ultimatum...Micron, colui che fomenta la guerra contro il governo legittimo( governo appoggiato dall'ONU mica bruscolini...però ancora non si sono sentite voci di dissenso dai piani alti e pare proprio che vogliano lasciar fare) ha avvertito che chiunque si permetterà di ostacolare il processo di pace (di pace? la sua , fittizia fatta di porcherie e milizie illegali pocodibuono) ne trarrà le conseguenze.
.dietro allo scontro armato a Tripoli non solo c’è Micron ma c’è l’intero apparato industriale ed economico francese che sul fronte libico punta moltissimo. « Se gli scontri di Tripoli arrivassero a far cadere Al Serraj, Parigi avrebbe facile gioco nel proporsi come nuovo referente internazionale, guidare il Paese verso le elezioni-farsa proposte dalla Francia per il 10 dicembre e far eleggere alla presidenza un uomo del Generale
Sul termine "nostri" sono un po' contrariato perché non stiamo nel 1938 (la francia invece pare ci sia ancora) ma si puo dire comunque che li abbiamo raggiunti con mezzi della diplomazia e non con le bombe di Sarkozy e Macron…Un giochino ardito che rischia, però, di piacere molto a un'Unione europea invelenita con l'Italia. Un giochino che mette a rischio non solo il nostro gas e il nostro petrolio...
il fatto è che si può essere diplomatici quanto ci pare ma contro porcherie di guerra proxy del genere la diplomazia fa ben poco.
...ma anche il controllo sulle partenze dei migranti garantito dalla Guardia Costiera di Tripoli», scrive sul Giornale l’inviato di guerra che spiega come l’Italia abbia costellato di errori la propria “riconquista” d’influenza in Libia nel dopo Gheddafi. Aver puntato solo su Serraj, non aver insistito per rappresentare assieme a Macron la sponda europea di dialogo e anche in queste ore non far sentire la propria voce in maniera forte ma nello stesso tempo diplomaticamente “accorta” per provare a dimostrare a Bruxelles come il gioco di Parigi sia tutt’altro che “generoso” dal punto di vista politico ma sia un’ennesimo tentativo di celebrare l’influenza francese su un Paese strategicamente importantissimo come la Libia
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