22 giugno 2019


Il rapporto dell’agenzia di controllo ci attribuisce oltre il 97 per cento delle acque dove poter fare il bagno senza rischio di inquinamento.

L’Italia non è nel cuore di Bruxelles per i conti pubblici e rischia la procedura di infrazione. In compenso viene elogiata dall’Ue per la qualità delle acque marine e lacustri. Piccola grande consolazione per chi si prepara alla villeggiatura. Il rapporto sulla balneabilità appena pubblicato da Eea, l’agenzia europea per l’ambiente, piazza il nostro Paese al top della classifica con le onde più pulite. I risultati si riferiscono al 2018 ma la situazione a distanza di una stagione non ha subito variazioni consistenti.

Voti eccellenti
Il 95,2% delle acque di balneazione totali vengono classificate come eccellenti o buone (rispettivamente 90% e 5,2%), il 2,1% rimediano la sufficienza, l’1,6% un voto scarso e il restante 1,2% non sono catalogate in considerazione per l’incompletezza delle analisi comunicate all’organo centrale di controllo. E’ un dato molto importante se si considera che circa un quarto delle acque marine in Europa bagnano il profilo delle nostre coste, indicate col beneaugurante colore azzurro nella piantina trasmessa dall’Ue.

Poi la Francia
Nella graduatoria dei migliori mari/laghi seguono Francia, Germania (presente con acque interne), Spagna e Grecia. «Sono percentuali altissime. L’agenzia ci riconosce inoltre il merito di aver aperto un portale dove il cittadino può verificare in tempo reale se il tratto di spiaggia o di roccia dove intende bagnarsi è sicuro o soggetto a divieti», segnala Lino Rossi, dipartimento prevenzione del ministero della Salute. C’è anche un app da scaricare sul cellulare che permette al cittadino di interagire attivamente inviando segnalazioni sulle condizioni del mare.

Segnalare con l’app
Nel sito www.portaleacque.salute.gov.it vengono riportate le informazioni raccolte dalle Arpa, le agenzia regionali per l’ambiente, cui spetta il compito dei prelievi e delle analisi in laboratori certificati, indipendenti. E’ così che, in caso di valori sballati (presenza di certi batteri superiori alla norma, escherichia coli ed enterococchi intestinali) vengono imposti i divieti di balneazione con ordinanze dei sindaci. I provvedimenti sono pubblicati subito sul portale in modo che il cittadino possa essere informato anche in mancanza di una cartellonistica (volutamente) poco visibile sulla spiaggia.

Dati attendibili
Proprio sabato 22 l’Arpac campana ha ad esempio dichiarato non balneabile il tratto di arenile del lungomare di Pozzuoli, 1600 metri tra i più frequentati della stagione estiva.Quelli del ministero sono i dati più attendibili sulla Salute del mare, gli unici istituzionali, registrati con procedure che tutti possono verificare a differenza di quelli contenuti nel dossier blu di alcune organizzazioni ambientaliste che a volte bocciano e promuovono le località di villeggiature secondo criteri non sempre riscontrabili.

Le stagioni
Ogni anno oltre 21mila acque balneabili sono monitorate in trenta paesi europei attraverso il prelievo di campioni effettuato secondo un calendario uguale per tutte le autorità nazionali. Il monitoraggio da parte delle agenzie regionali prende avvio un mese prima dell’inizio della stagione che di norma si apre il 1 maggio e si chiuse il 30 settembre tranne che in Sicilia (1 aprile-30 ottobre). I campionamenti hanno una frequenza almeno mensile. L’Italia applica i valori più restrittivi per quanto riguarda la presenza di agenti microbiologici inquinanti, due volte più alti rispetto a quelli obbligatori indicati dalla direttiva europea.

Fonte: https://roma.corriere.it/notizie/cro...?refresh_ce-cp