De Gaulle e lo sterminio degli ebrei. Il generale era un revisionista ?

Di Jean-Marie Boisdefeu

Già nel 1984, il professor Faurisson aveva rilevato il fatto che il generale De Gaulle non aveva mai pronunciato le parole “camere a gas” e questo, suggerisce il professore, per la semplice ragione che egli non vi credeva[2]; tuttavia, è solo in occasione del processo Papon che ci si è infine interrogati pubblicamente sull’atteggiamento di De Gaulle di fronte allo sterminio degli ebrei da parte dei tedeschi. Per gli uni, il generale “sapeva” – d’altronde, da Pio XII a Papon, tutto il mondo sapeva – ma egli ha taciuto, al punto di non fare allusione allo sterminio degli ebrei nelle sue Mémoires de guerre; De Gaulle avrebbe quindi dato prova di un’insensibilità imperdonabile che spiegherebbe un antisemitismo quasi atavico. Terrorizzati da queste accuse, in particolare da quella di antisemitismo, gli altri rispondono che il generale non era affatto antisemita, al contrario, ma che “non sapeva”: egli semplicemente ignorava l’esistenza dei campi di sterminio e delle loro camere a gas; aveva conoscenza solo della deportazione degli ebrei e l’ha d’altronde deplorata a più riprese nelle sue Mémoires de guerre...

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