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Thread: Mattarella striglia Lagarde e chi in Europa blocca i confini

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    Default Mattarella striglia Lagarde e chi in Europa blocca i confini

    12 marzo 2020


    Il presidente bacchetta la governatrice della Bce dopo il tonfo delle borse: scontro inedito nella storia. Attesa per le misure della Commissione anti-Coronavirus: l'idea di sospendere il Patto di stabilità ma l'Eurogruppo è diviso tra falchi e colombe

    Il coronavirus corre più veloce dell’Ue, questo è certo. E l’Ue non riesce nemmeno a trovare una velocità che sia una sola tra le sue varie istituzioni. Alla vigilia della presentazione del pacchetto di misure per l’Italia e i paesi più esposti alla pandemia da parte della Commissione europea, il pasticcio lo fa Christine Lagarde, alla sua prima vera prova alla guida della Bce dopo la stagione del ‘whatever it takes’ di Mario Draghi. La francese fallisce, lo spread vola, i mercati sono delusi. A sera, interviene persino il presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “L’Italia sta attraversando una condizione difficile e la sua esperienza di contrasto alla diffusione del coronavirus sarà probabilmente utile per tutti i Paesi dell’Unione Europea. Si attende quindi, a buon diritto, quanto meno nel comune interesse, iniziative di solidarietà e non mosse che possono ostacolarne l’azione”.

    Il capo dello Stato ce l’ha con Lagarde. Ed è la prima volta che un presidente della Repubblica prende parola in questo modo contro un governatore della Banca centrale europea. Ma ce l’ha anche con chi sottovaluta, chi schernisce, chi dice che le merci italiane sono infette, chi blocca i confini, come l’Austria al Brennero. Una modalità che dà il senso dell’allarme, delle tensioni generati dal coronavirus, delle aspettative di un paese come l’Italia assediato dalla pandemia e bisognoso di risposte da Bruxelles.

    Dopo il pasticcio Lagarde, ora l’attesa è concentrata sulle linee guida della Commissione europea sulla flessibilità. La presidente Ursula von der Leyen e il commissario all’Economia Paolo Gentiloni le presenteranno domani. Si dovrebbe andare verso una sospensione de facto del Patto di stabilità, con la possibilità di non tener conto del pareggio di bilancio inserito in Costituzione e di sforare il limite del 3 per cento nel rapporto tra deficit e pil. In termini più tecnici: l’idea è di utilizzare la clausola anti-crisi del Regolamento 1466/97 sulla sorveglianza dei bilanci, che di fatto sospende gli aggiustamenti di bilancio in caso contrazione severa dell’economia.

    Il punto però è che questa indicazione dovrà essere adottata dai ministri degli Stati membri all’Eurogruppo di lunedì. I falchi dell’austerity – Olanda, ma anche Germania e i paesi nordici - si mostrano ancora molto freddi rispetto a uno schema che di fatto sta facendo ballare le loro amate regole di bilancio. Già la prima richiesta italiana di flessibilità porta a questo effetto: 25 miliardi in tutto, di cui 12 da usare subito, spiega il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. Risultato: deficit al 3,3 per cento. Lunedì i falchi potrebbero farsi sentire. A meno che la situazione non degeneri ulteriormente, anche sui mercati, cosa che non è affatto da escludere.

    Lo stesso Gentiloni non nasconde che ci sono diverse sensibilità nell’Unione, come al solito. In vista dell’Eurogruppo di lunedì, il commissario all’Economia dice: “L’Europa è più un coro che una voce unica. Ma dobbiamo fare in modo che questo coro sia unito e vada nella stessa direzione”. Quanto a domani, in un’intervista con Bloomberg tv, Gentiloni sottolinea che il pacchetto della Commissione “rassicurerà i mercati e i cittadini sul nostro impegno”. “Flessibilità” sarà la parola chiave sia sul Patto di Stabilità sia sugli aiuti di Stato. “Questo è il momento di agire con una politica fiscale coordinata, con importanti investimenti da parte degli Stati membri e un quadro comune a livello europeo per dare liquidità alle imprese e per salvare posti di lavoro, e di rendere più flessibili le nostre regole sugli aiuti di Stato per rendere possibile il sostegno a settori particolarmente colpiti da questi crisi”.

    Ma intanto oggi il caos Lagarde è un di più che in Italia nessuno si sarebbe mai augurato, a cominciare da Mattarella. Ma anche le forze politiche di maggioranza e opposizione la attaccano. “Con una conferenza stampa disastrosa, il Presidente della Bce Christine Lagarde non solo ha fallito nel suo obiettivo di rassicurare i mercati ma, ancor peggio, ha alimentato panico nelle Borse mondiali e una pressione mai vista sui titoli di Stato – recita una nota della delegazione del M5s al Parlamento europeo - Gli indici di Borsa, con Milano che ha perso oltre il 17%, non lasciano dubbi: o Lagarde fa mea culpa dichiarando pubblicamente che la BCE è pronta a sostenere l’economia reale in questo momento drammatico dell’economia europea oppure dimostra di essere inadatta al ruolo che ricopre, il che porterebbe da parte nostra a una richiesta di dimissioni”.

    Va detto che la Bce ha pochi strumenti a disposizione per confrontarsi con un’altra emergenza economica, forse più catastrofica di quella del 2008. I tassi di interesse sono già praticamente a zero. Ma Lagarde ci mette del suo. Lancia un Quantitative Easing aggiuntivo da 120 miliardi in tutto, poco più di 13 miliardi al mese (in media) rispetto al minimo sindacale atteso, i 20 miliardi aggiuntivi a quelli già previsti. Ribadisce che non sarà lei quella del “Whatever it takes 2”. A chi le chiede dello spread, risponde che “non siamo qui per ridurre gli spread, non è compito nostro”. Doveva rassicurare i mercati. Non lo fa. I mercati crollano. Lo spread sale fino a 262 punti percentuali. Un disastro.

    Fonte: https://m.huffingtonpost.it/entry/ma...w_entry_recirc

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