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La pagina di wikipedia sui dialetti italiani.
http://it.wikipedia.org/wiki/Dialetti_d%27Italia
Una frase nel mio dialetto. Chi la capisce?
Te pozzeno fa na recognezione angima a na lastra de marmo!
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None of the Rhaeto-Padanian varieties is a dialect of Italian, whether it's Friulian, Ladin, Piedmontese, etc.
I'd say that the absence of Friulian, Ladin and Sardinian, as well as of other languages in that map, is simply due to this law:
Law number 482 of 15 December 1999, Italy recognises the following minority languages: Albanian, Catalan, German, Greek, Slovene, Croatian, French, Franco-Provençal, Friulian, Ladin, Occitan, Sardinian (Legge 15 Dicembre 1999, n. 482, Art. 2, comma 1). The law also makes a distinction between those who are considered minority groups (Albanians, Catalans, Germanic peoples indigenous to Italy ("popolazioni germaniche"), Greeks, Slovenes and Croats) and those who are not (all the others).
But political laws and real linguistics hardly ever agree. Most of the so-called "dialetti" should be called languages simply because they linguistically are, regardless of what a law says. We all know, though, that extralinguistical factors are usually decisive, specially for the common people.
< La Catalogne peut se passer de l'univers entier, et ses voisins ne peuvent se passer d'elle. > Voltaire
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They have the Lombard and Albanian dialects in Sicily. Very good.
[img]http://************.com/uploads/ignore2.jpg[/img]
Ah, per fortuna un uomo può sognare... un uomo può sognare.
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Derivando l'Italiano dal Fiorentino, direi che la maggioranza dei dialetti/lingue parlate in Italia sono separati/e dall'Italiano.
La situazione del Sardo e del Friuliano non è diversa da quella del Piemontese, Lombardo, Ligure, Siciliano, Veneto, Pugliese, Calabrese...
Per assurdo, solo il Corso e il Sassarese andrebbero considerati dialetti dell'Italiano, in quanto la base di partenza è il toscano medievale.
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Lombards of Sicily and Basilicata (and Ligurian-Tabarchini from Sardinia) are trying to be recognized as a linguistic minority.
Modifica dell'articolo 2 della legge 15 dicembre 1999, n. 482, in materia di tutela delle lingue delle comunità tabarchine in Sardegna e galloitaliche in Basilicata e Sicilia
Presentata il 22 marzo 2012
Scopo della presente proposta di legge, inoltre, è quello di tutelare le minoranze linguistiche delle comunità galloitaliche della Basilicata e della Sicilia.
Tipico caso di alloglossia interna, il galloitalico è un insieme di varietà linguistiche parlate da popolazioni giunte in Sicilia nel medioevo (secoli XI-XIII) a seguito della conquista normanna dell'isola e provenienti dal Monferrato, dall'entroterra ligure e dalla sezione occidentale dell'Emilia.
Una vasta area della Sicilia centro-settentrionale e orientale è sede dell'importante complesso etno-linguistico, tramandato e adottato da una popolazione che supera le 60.000 unità. Quest'area ricade negli ambiti territoriali di quattro province, rispettivamente quelle di Messina, Enna, Catania e Siracusa, e interessa i territori di ben ventuno comuni. Negli ultimi decenni, inoltre, è diventata sempre più forte la consapevolezza dell'identità linguistica della comunità in oggetto, da sempre manifestata nell'orgoglio per la propria parlata e per le proprie tradizioni. La specificità e l'alterità di tali parlate sono state riconosciute da studiosi italiani e stranieri di contatto linguistico, dai sociolinguisti e dai linguisti generali. Oltre al galloitalico della Sicilia, con la presente proposta di legge si intende tutelare anche la minoranza linguistica del galloitalico della Basilicata, un dialetto con caratteristiche «settentrionali» parlato in alcuni centri dell'Italia meridionale, in particolare in alcuni comuni in provincia di Potenza, in alcuni comuni che gravitano intorno al golfo di Policastro, in provincia di Salerno, a Tortorella. La popolazione complessiva di questi centri, esclusa Potenza, e di circa 23.000 unità. "
http://www.camera.it/_dati/leg16/lav...e=16PDL0059050
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